Prima di tutto ha previsto nelle sue linne guida che il ricovero di tre giorni, che non esiste in nessun poso di tutto il resto del mondo civile che la usa da una ventina d'anni circa. In secondo luogo ha stabilito che, nell'attesa di giudicare quali strutture siano idonee o meno a prendere una pastiglia e mandarla giù, si blocchi tutto.
"Il Grassi [l'ospedale dove è avvenuta la somministrazione, NdR] doveva aspettare. Mi auguro che non succeda nulla, ma se accadesse qualcosa ognuno si assumerà le sue responsabilità perché non vorrei mai trovarmi in una Regione in cui, se accadesse qualcosa, non sapremmo con chi prendercela". Non suona tanto come: "sei stato un bambino cattivo, quindi ora ti tolgo la Playstation"?
Il problema è che quella playstation serviva alle donne per non dover subire un'intervento invasivo sotto i ferri che si andasse a sommare al peso che già un'interruzione volontaria di gravidanza comporta. Specie se, come avviene in Lombardia stando ad Annozero, uno stuolo di cielline acide si lancia come un branco di avvoltoi contro chi deve sottoporsi a ivg. Viva la carità cristiana.
Chissà che qualcuno nell'attesa non si prenda la briga di leggere alla Polverini la legge 194/8, in particolare l'articolo 15:
Le regioni, d'intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l'aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza.
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