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COMPAGNE E COMPAGNI,
PURTROPPO È UNA VITA CHE NON SCRIVO, MA SONO ALLE PRESE CON ESAMI E COMPITINI COME SE PIOVESSE, OLTRE CHE CON ALTRI IMPEGNI DI VARIO GENERE... HO IN CANTIERE L'ARTICOLO SULLA PORNOGRAFIA PER DONNE E DEVO RIVOLUZIONARE LA GRAFICA DEL BLOG, QUINDI A BREVE RITORNERÒ "PIÙ BELLA E PIÙ POSSENTE CHE PRIA".... SALUTI :)
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lunedì 10 ottobre 2011

A che prezzo?

Giravo per il World Wide Web sperando di rilassarmi, come al solito.
Dopo giornate intere passate a leggere di politica e gli esami finalmente finiti un po'di relax ci vuole.
Poi ho incontrato questa notizia e non ho saputo resistere.
"6 packs/9 lives è il sexy calendario di modelli, tutti realmente proprietari di gatti, promosso da un'associazione benefica allo scopo di raccogliere fondi per la tutela dei diritti degli animali.
Il dibattito sull'utilizzare il corpo umano come cornicetta decorativa per vendere prodotti, per quanto possano essere nobili questi ultimi, è acceso.
Può esserci qualcosa di etico nell'utilizzare persone come oggetti per sostenere una causa, per quanto nobile essa sia?
Può esserci qualcosa di etico nel sacrificare la dignità dell'essere umano sull'altare del profitto, dovunque vadano a finire i soldi?
Può esserci qualcosa di etico nel voler dare una personalità, dei sentimenti, una dignità agli animali e poi rappresentare l'uomo come un ammasso di addominali innaturalmente scolpiti, così come sovente accade per il sesso femminile con un seno eccessivamente grande ed (in)adeguatamente ritoccato dalla chirurgia estetica, così come fanno i più beceri programmi Mediaset?
Può esserci qualcosa di etico nel voler sfatare un pregiudizio, il fatto che essere amanti degli animali sia qualcosa di poco virile, utilizzandone un altro, quello per cui se un uomo non ha muscoli è un cesso e non vale niente?
Non so voi, ma personalmente credo di no.
È indubbio, abbiamo un problema serio: gli animali sono trattati come oggetti pelosi da utilizzare finchè il bambino li vuole o finchè son piccoli e teneri, per poi scaricarli in mezzo alla strada quando non servono più.
Per chiunque sia minimamente attratto dagli altri esseri con cui dobbiamo condividere, da bravi coinquilini, il nostro pianeta tutto ciò è atroce, abominevole.
Avendo un gatto e una coniglia con qualche problema "di testa" poco simpatico (il primo ha paura di tutto dopo che è stato castrato da adulto e senza il nostro permesso nè la nostra presenza, la seconda morde le persone quando hanno del cibo per lei in mano... probabilmente è solo un po'scoordinata e "sbaglia mira", ma...ahi!), quando sento parlare di coloro che abbandonano i propri membri della famiglia pelosi perchè sono tanto buoni e teneri ma non possono portarli in vacanza, oppure perchè, dopo che loro e/o i bambini hanno fatto loro di tutto, sono diventati troppo aggressivi, la bestemmia parte in automatico.
Tutto sommato non credo che il modo giusto per combattere un abominio sia commetterne un altro: è vero che l'uomo della strada deve smetterla di considerare gli animali esseri teneri, coccolosi ma privi di sentimenti e personalità, però così deve fare anche con gli esseri umani, uomini in questo caso, donne in altri, come le pubblicità della Peta.
Probabilmente il commento di molti sarà: "Di solito per queste cose sfruttano il corpo femminile, finalmente, da quel dì che chiediamo parità, fanno un calendario con gli uomini e noi ancora ci lamentiamo?".
Sì, mi lamento.
Mi lamento perchè non mi faccio fregare.
Mi lamento perchè la par condicio non si fa al ribasso.
Mi lamento perchè mi sono fracassata le ovaie di aspettare la soluzione ad un altro problema ignominioso, la stereotipizzazione della bellezza maschile e femminile, e l'utilizzo di queste immagini in virtù di qualche causa, buona o cattiva che sia, non fa che peggiorare il problema ed è un pericoloso sintomo del fatto che ormai anche chi si definisce alternativo ha assorbito e fatto suoi questi modelli di riferimento.
Anche loro pensano che l'uomo grasso, non depilato, con una faccia da uomo e non da donna mancata e senza muscoli non possa in alcun modo essere attraente e non valga niente?
Abbiamo il mondo pieno di persone con complessi e mancata accettazione di sè, che talvolta sfociano in disturbi alimentari, per il loro aspetto, abbiamo episodi di bullismo a danno degli individui che non sono come quelli presentati della pubblicità perchè "brutti" e "sfigati", abbiamo gente definita "cesso" solo perchè non è come gli standard di mamma tv, abbiamo gente che viene definita "cessofila" solo perchè non condivide quegli stereotipi... davvero abbiamo ancora bisogno di calendari come questi? dove arriveremo? Di quanto dovrà ancora aumentare la percentuale di pazienti, maschi e femmine, curati per disordini alimentari perchè la si pianti lì una volta per tutte e si comincino a vedere in tv, nei calendari e nelle pubblicità persone come se ne incontrano per strada tutti i giorni?
A chi giova tutto ciò, mi chiedo?
Non certo alle donne, che hanno solitamente gusti estetici meno standardizzati di quelli maschili, forse proprio perchè con loro il processo di uniformazione è cominciato prima. Giova a chi ha delle palestre, a chi vende integratori, a chi vende attrezzi ginnici e a tutta questa "bella" gente qua, così come il modello standardizzato femminile è concepito per vendere trucchi creme, cazzilli vari per dimagrire e cose così. Oltre al caro e vecchio chirurgo estetico.
Proprio chi dovrebbe proporsi come alternativa ad un sistema che vede qualunque cosa come mero business, compresi gli esseri senzienti, si mette a propagandare uno stereotipo che aiuta questo modello insensibile di fare affari?
Qualcuno obietterà "certo, MissXD, hai ragione, tuttavia certi prodotti sono fatti apposta per far eccitare la gente e per ragiunggere questo scopo con un numero molto alto di persone c'è necessità di proporre un modello che faccia eccitare un numero molto alto di persone".
A parte, tanto per rimanere in tema animalista e felinofilo, che si evince da tutto ciò che abbiamo a che fare con un gatto che si morde la coda e non sa che la coda è sua (propongo un certo modello di bellezza -> le persone lo assorbono -> dato che devo eccitare e quello è uno dei più comuni ripropongo quel modello -> le persone lo assorbono ancora di più -> lo ripropongo ancora di più... e così via), questo potrebbe essere parzialmente vero nel caso di film e riviste porno, ammesso e non concesso che la gente non si ecciterebbe se vedesse compiere certe scene da persone comuni anzichè dalla biondina rifatta e dal superdotato, cosa francamente poco plausibile visto e considerato il successo che in quest'ambito sta avendo l'amatoriale.
Un concetto del genere non può essere assolutamente applicato ad una campagna pubblicitaria, anche e soprattutto se per una buona causa.
Un progetto di beneficenza non deve necessariamente eccitare.
Un progetto di beneficenza deve portare avanti una causa, non nuocere ad essa danneggiandone l'immagine con la proposizione di stereotipi contro cui lottano molti simpatizzanti.
Un progetto di beneficenza deve mirare a far apparire quanto di buono ci sia nella lotta che si porta avanti, non deve essere la prova dell'incoerenza di chi ha prodotto l'iniziativa e di chi l'ha sostenuta economicamente, che dimostrano di tenere molto all'eliminzaione dell'oggettificazione e della mercificazione degli animali ma di battersene altamente l'anima di quelli del corpo umano.
Volete proprio fare un calendario? Ok, allora tralasciate gli addominali scolpiti e metteteci i proprietari felini della porta accanto, compresi la donna con la cellulite, l'uomo con la pancetta, la ragazzina con le treccine, il ragazzino con gli occhiali a fondo di bottiglia, la/il transessuale (perchè no?) e la Fortuna (e la vostra immaginazione) sa chi altro. Mostrerebbe quanto sia universale l'amore per il nostro intelligentissimo amico a quattro zampe e farebbe tutt'altro effetto.
E magari potrei anche pensare di fare un'offerta.

sabato 10 settembre 2011

Ma dove sta la verità?

Ricordo chiaramente dov'ero l'11 Settembre 2001, ma non perché di fronte all'attacco alle Twin Towers avessi provato qualche emozione particolare: non ci ho capito un cazzo, avevo 12 anni. A quell'età il massimo dei problemi che una persona può porsi di fronte a qualcosa che non la tange direttamente è chiedersi perché e per come c'è il TG anziché Yu Yu Hakusho.
Sono passati dieci anni e, leggendo e informandomi, ho capito che non sono stata l'unica a non averci capito un cazzo.
Troppe domande sono rimaste senza risposta, troppe cose non quadrano.
Alcuni architetti e ingegneri, compreso chi ha progettato i sistemi elettrici del WTC (e che quindi aveva accesso ai progetti), sollevano dubbi sulla versione ufficiale. Secondo loro, gli aerei e il carburante da soli non sarebbero stati sufficienti a far crollare le Torri.
Altri aggiungono, inoltre, che il calore emanato dall'incendio del combustibile non sarebbe stato sufficiente, da solo, a liquefare il metallo, oppure avrebbero potuto farlo soltanto localmente.
In molti si chiedono come sia possibile che quattro aerei dirottati abbiano potuto scorrazzare liberamente nello spazio aereo americano senza che i sistemi di difesa si accorgessero di nulla: dopotutto stiamo parlando di una nazione tecnologicamente avanzata, dotata di servizi segreti coi controcazzi e considerata da molti gruppi, non solo terroristici, il male in persona. Possibile che non se l'aspettassero?
E che dire dei piloti? Chi li aveva addestrati a compiere manovre come quelle necessarie al raggiungimento dell'obiettivo?
Dubbi ancora più ampi si pongono di fronte all'attacco al Pentagono, i cui danni sarebbero troppo limitati per essere ricondotti all'impatto con un aereo di linea, e sulla torre 7, crollata senza aver subito alcun impatto.
È difficile pensare come uno Stato abbia potuto lasciar accadere, o addirittura supportare, un atto che mettesse a rischi cittadini innocenti, tuttavia da un guerrafondaio come colui che governava a quei tempi, che ha scatenato in tempi più recenti una guerra portando come alibi armi di distruzione di massa inesistenti, non si sa davvero cosa aspettarsi. Non dimentichiamo che quando il popolo ha paura l'autorità governa meglio ed ha la possibilità d'imporre quasi ad libitum il suo controllo sui cittadini ottenendo poca resistenza da parte dell'opinione pubblica.
I debunker e i sostenitori della versione ufficiale portano numerosi esperti a sostegno delle loro teorie, tuttavia stavolta non è come succede con altre teorie complottiste, delle quali gli unici promotori sono laureati che però hanno studiato tutt'altro: vi sono "addetti ai lavori" di varia natura che si sono collocati di qua ed altri che si sono collocati di là.
Al cittadino medio, che competente non è, lette le argomentazioni pro e quelle contro, non resta che ragionare sulle stesse basandosi sull'osservazione logica della situazione politica di quei tempi e trarre le sue personali conclusioni. Queste ultime finiscono, però, per collocarsi nel magico mondo delle opinioni più che in quello dei fatti accertati, proprio perchè di questi ultimi in questa storia sembrano essercene ben pochi.
A quasi dieci anni di distanza dal disasto mi domando se, prima o poi, almeno noi che a quell'epoca eravamo "mattettucci" scopriremo mai come sono andate realmente le cose o su questa vicenda resterà un punto interrogativo ad imperitura memoria.
Nel frattempo, esprimo il mio cordoglio per la mortedi così tante persone innocenti: l'unca certezza in tutta questa faccenda sembra essere che, di chiunque sia la colpa, gli unici ad andarci di mezzo nell'ostilità tra i governanti siano sempre e solo gli innocenti.

domenica 28 agosto 2011

Inorridisco

Ragazzine che si chiamano "zoccola" l'una con l'altra "scherzando sulla lunghezza degli abiti che indossano.
Inorridisco.
Uomini che indossano "simpatiche" magliette celoduriste in cui si vantano di avere una ragazza secondo i canoni dell'estetica rifatta e plastificata che mamma tv ci impone, mentre le ragazze di chi legge sono prive di quella bellezza artefatta, quindi prive di valore.
Inorridisco.
Anch'io sopra ho scritto "le ragazze di chi legge", come se il corpo e la mente delle donne non fossero loro ma di proprietà del maschio con cui stringono un contratto sentimentale.
Inorridisco.
"Eh, se le ragazzine si mettono la minigonna per forza che poi le stuprano!".
Inorridisco.
"Ginny di Harry Potter è stata con tre ragazzi in tutta la vita, tra i quali quello che ha sposato. È una troia!"
Inorridisco.
"Troia" usato come marchio di esclusione ed emarginazione sociale per coloro che si rifiutano di vivere la sessualità tra "ti amo" pelosi, sensi di colpa, verginità a tutti i costi.
Inorridisco.
"Ninfomane" = marchio d'infamia per donna che sessualmente si comporta in un modo per cui un uomo riceverebbe una medaglia.
Inorridisco.
Donna presentata come angelo assunto in cielo, figura benevola, salvifica,dolce, affettuosa, materna... ma asessuata.
Inorridisco.
La sessualità femminile non esiste, se esiste è solo un buco con niente intorno (parlo della bocca, ovviamente). A che serve la reciprocità a letto, quindi?
Inorridisco.
Difendono la donna citando Pasolini, sì, proprio quel Pasolini che era contro l'aborto.
Inorridisco.
"Porca, puttana, troia, nazifemminista, talebana, estremista, settaria, residuo bellico del '68, prenditi un po'di cazzo 'ché ti calmi"....
Medico le ferite degli insulti e continuo a inorridire e a urlare esprimendo tutto il mio disgusto.
Inorridire e incazzarsi.
Incazzarsi e inorridire.
Fino a che non ci saranno più le forze per fare nè l'una nè l'altra cosa....

lunedì 18 luglio 2011

Dalla parte delle prostitute

Ci si aspetta che i presidi contro le prostitute avvengano solo nei paesi della cosiddetta Padania dove la Lega fa il bello e il cattivo tempo. Scoprire che non è così quando ciò viene programmato in una (anche troppo) tranquilla cittadina del ponente ligure, a due passi da casa propria, fa venire i brividi. Un titolo sul giornale come "presidio dei cittadini contro la prostituzione notturna" mi fa incavolare quanto le uscite maschiliste come "donne tutte bagasce (tranne la mamma)".
Sono una cittadina anch'io e non sono d'accordo.
Sono una cittadina che abita proprio in quel quartiere così massicciamente interessato dal fenomeno, in Via Aurelia, dove lavorano le famigerate "belle di notte". So benissimo cosa significa essere certi che venga chiesto almeno una volta il tariffario se si aspetta in strada qualcuno che tarda ad arrivare, rischiare che vengano chiesti i documenti se si è in macchina con un uomo adulto, sentire che il fidanzato è arrivato in ritardo perché una di quelle signorine ha tentato di saltargli in macchina al semaforo, e una volta arrivato o in procinto di andarsene stare attenti a scambiarsi effusioni per evitare che i vigili chiedano i documenti. Tutto questo non è piacevole, inutile spiegarlo.
Penso anche, però, che queste persone sono donne, spesso ragazze all'incirca della mia età, sfruttate da lenoni senza scrupoli, che le costringono a scendere in strada praticamente nude anche d'inverno sotto la pioggia, ad essere messe alla gogna dai ragazzini che passano di lì, a dire a uomini orrendi " trenta di bocca, cinquanta di culo", ad attraversare la strada "come i gatti" per farsi notare a loro grave rischio e pericolo, a fermare le macchine in sosta snocciaolando il tariffario perché chissà a cosa vanno incontro se non guadagnano la cifra stabilita, e chissà quanto di quella va nelle loro tasche.
Prendersela con chi sta peggio di noi non è la soluzione a nessun problema, né nostro né loro. È una guerra tra poveri che giova ai più forti, che intanto stanno nell'ombra a fare ciò che hanno sempre fatto: del male.
Perché, piuttosto, non chiedere che s'indaghi contro chi sfrutta queste persone e, una volta preso, venga sbattuto in galera con ingoio della chiave? Perché non chiedere che in Italia questo fenomeno venga regolarizzato, in modo tale da impedire che le prostitute vengano coinvolte coattamente e garantendo loro ambienti di lavoro più sicuri, controlli medici ed allo Stato l'introito di una tassazione per pagare tutto questo? Certo, in quest'ultimo caso bisognerà stare attenti a non ricadere in cose come "ogni donna sorpresa in minigonna per strada dopo le 22 verrà marchiata come prostituta e affini" e vista la concezione dell'altra metà del cielo che si ha in Italia c'è da aver paura, però bisogna confidare che rispetto all'Ottocento nel cammino verso la parità dei sessi si siano fatti alcuni passi avanti.
Spazzare via il fenomeno della prostituzione con la forza, sia quella delle Vuvuzelas o il braccio armato della legge, è un'utopia. Se vogliamo veramente far sì che non vi siano più donne costrette, dalla fame o dalla mano violenta di qualcuno, a vendere la loro intimità per qualche spicciolo, dobbiamo eliminare quei fattori culturali che spingono i clienti a recarsi da loro e non a trovarsi una partner sessuale gratuita e consenziente.
Se le donne non venissero più percepite come oggetti o animali necessariamente sottomessi alla forza e alla volontà maschile, nè emarginate dalla società qualora vivano la propria sessualità senza reprimerla, come farebbe senza conseguenze un uomo, certamente le tanto vituperate prostitute, dai grossi centri al mio piccolo paese, troverebbero ben poco spazio per esistere.
Sarà un lavoro lungo, certo, mentre maltrattare chi già subisce angherie quotidianamente da parte dei cosiddetti "protettori" è qualcosa che si può fare qui ed ora. Chi vuole davvero una società più giusta dovrebbe lavorare, sia per l'oggi che per il domani, per far sì che le ingiustizie, le diseguaglianze e le sofferenze svaniscano, non crearle di ulteriori per far sì che nei confini del proprio orticello vada tutto bene. Quella non è giustizia nè uguaglianza nè libertà: è menefreghismo, che è ben diverso.
Purtroppo, si sa, è quest'ultimo genere di cose ad essere caro a quei grillini che la gente crede alternativi.



mercoledì 13 luglio 2011

Cosa aspettiamo a reagire?

A Toronto un poliziotto ha pensato "bene" di accostare lo stupro all'abbigliamento da "puttane" delle donne. In Canada, ma anche in altre parti del mondo, queste ultime sono scese in piazza organizzando le cosiddete "slut walk", letteralmente "camminate dell puttane", denunciando l'ignominia di un ragionamento maschilista e sessuofobo per cui qualunque donna che non sia una schiava munita di burqa, che sceglie di uscire di casa e (che squallore!) di avere la vita sessuale che meglio le aggrada sia solo una puttana e meriti di essere stuprata.
In Italia siamo pieni di monsignori (che di "signori" hanno ben poco) che non fanno che proporre in tutte le salse questa mentalità aberrante, oltre che svilire e disprezzare la femminilità non collegata con l'essere madre alle condizioni che dicono loro in ogni modo possibile e immaginabile, di programmi TV che mostrano la donna come oggetto e siamo immersi in un silenzio pressoché tombale sulle questioni di genere. La mentalità del "se l'è cercata" e della lotta "ragazze serie contro puttane" penetra in noi ogni giorno di più, trovando sempre più spazio nel nostro DNA culturale, sempre che da esso se ne sia mai andata.
E le donne italiane dove sono? Nei bar e dal parrucchiere, a discutere di come sia troia quella là, di quanto sia disgustoso vedere ragazzine con le minigonne così corte, di come l'ultima vittima di stupro in realtà se la sia cercata, perchè "ai tempi di mia nonna non si poteva andare in giro così e queste cose non succedevano, o meglio, succedevano lo stesso, ma solo alle poco di buono o a quelle che si sposavano e poi non volevano adempiere ai loro doveri coniugali, 'chè allora c'aveva ragione pure il marito".
E intanto ci portano via la nostra sessualità e la nostra identità senza che muova foglia.
La domanda sorge spontanea: possiamo, gentilmente, reagire tutte insieme prima che ci mettano il burqa o dobbiamo continuare a farci la guerra tra di noi mentre il nemico avanza, semina discordia è fa il beato C4220 che gli pare?

La madre delle scempiaggini

C'è una legge di natura per cui la repressione sessuale sovente è madre di idee che, se non son proprio malate, di certo non stanno molto bene.
C'è un luogo comune per cui facendo un uso eccessivo dell'autostimolazione la vista ne soffra notevolmente.
Tutto ciò spiega come sia possibile che un considerevole numero di cattopirla, compresi quelli che siedono ai piani alti della piramide sociale e si presuppone siano parecchio istruiti (ripeto: si presuppone...), riesca a definirsi liberale e contemporaneamente a concepire e rendere legge il principio per cui la vita dell'individuo non appartiene più allo stesso, bensì a un'entità superiore, senza vedere non solo l'abominio, ma anche la contraddizione di tutto ciò.
Solo tenendo conto delle leggi di cui sopra si può comprendere come queste persone possano pronunciarsi contrari rispetto all'imposizione coatta di un'idea a tutti e successivamente plaudire all'eliminazione della possibilità di scelta del singolo su se stesso in base alle sue convinzioni, come sia possibile proclamarsi antifascisti e sdoganare per legge un inutile appropriarsi da parte dello Stato della vita del singolo in base a nient'altro che ad un principio etico non condiviso da tutti che è l'anticamera del fascismo, se non già il fascismo stesso.
Solo così si può spiegare come chi si proclama europeista quando c'è da far sputar sangue ai lavoratori si arrocchi riguardo a libertà morali individuali e temi etici su posizioni così medioevali da farci apparire al resto del continente come qualche strano tipo di bestia rara.
Non comprendo come possa una persona non vedere che la legge appena approvata alla Camera non è fatta per lasciare ai cattolici di essere lasciati in vita in tutti modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi finchè "naturale" dipartita non sopraggiunga, bensì per impedire a tutti gli altri, che son tanti (se non la maggioranza, vista la coerenza di una cospicua fetta di popolino cattoitaliota), di scegliere di non soffrire più inutilmente.
In quest'ultimo caso, però, la spiegazione è evidente: non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Mentre tutti mettono la testa sotto la sabbia, il cetriolo volante gira, gira e si va posare sempre nello stesso "hangar": quello di chi non sta bene.
Non sarebbe meglio, invece, che suddetto ortaggio vada a posarsi nei pressi dei "simpatici" personaggi che partoriscono certe uscite? Magari un po'di soddisfazione sessuale migliora la situazione (e non solo a loro...).

lunedì 27 giugno 2011

L'amore ai tempi del bullismo

Non passa giorno nè passa notte senza che si svolga anche nelle nostre città, per quanto piccole e tranquille possano sembrare, almeno un episodio di prepotenza commessa da minori a danno di coetanei o quasi. Le statistiche inerenti al bullismo in Italia sono allarmanti: un ragazzo su due ha subito episodi di violenza psicologica, fisica o verbale ed il 33% degli studenti è vittima di bullismo. Certo, quelli che vediamo in tv sono solo gli episodi più gravi e non capitano tutti i giorni, tuttavia già il fatto che dei ragazzini riescano ad arrivare a certi livelli di violenza dev'essere un campanello non da poco, inoltre non per questo bisogna sottovalutare gli atti meno eclatanti di violenza contro il prossimo. Molti adulti osservano e affermano che tra ragazzi sono cose che capitano, che non è poi così grave, che "tra ragazzini far qualche dispetto ci sta", ma le prese in giro, le offese, le minacce e le botte avranno conseguenze anche nell'età adulta, poiché ne vanno a compromettere la fiducia in se stessi e nelle istituzioni di coloro che ne sono abitualmente vittime, spesso persone già fragili di per sè, con risultati facilmente immaginabili, tra i quali il diventare alla prima occasione carnefici a loro volta, dando origine a un circolo vizioso.
Nonostante sembra che la violenza sia diventata un modo comune di rapportarsi tra i ragazzini, pochi genitori si scandalizzano per come vengono pubblicizzati i cattivi in tv, con un tg che sembra una vetrina pubblicitaria dei più efferati assassini e le trasmissioni d'intrattenimento in cui troppo spesso vengono presentati episodi di violenza più o meno verbale e messaggi di disprezzo verso il diverso, verso l'altro. Non mi sorprende che tra quelle poche persone sia raro incontrare coloro che dissotterrano l'ascia di guerra al primo bacio omosessuale sugli schermi, perchè "quegli schifosi là" non meritano di stare in tv e sono diseducativi. È triste che nel 2011, anno in cui la specie umana dovrebbe aver perso certi tratti ferini da un pezzo, vi siano ancora persone che ritengono che la violenza vada sdoganata e la sessualità castigata, ma solo quella spontanea: le relazioni animalesche e malate di Grande Fratello e affini a quanto pare vanno bene, le coppiette che si baciano, specialmente se omosessuali, no, perchè "non son cose che si fanno quando i bambini possono guardare".
Mi chiedo perchè in un mondo in cui l'immersone nella crudeltà e nella violenza fa così spesso sì che l'aggressività verso il prossimo sia troppo spesso scelta come via per relazionarsi con i propri simili, non sarebbe più educativo il mostrare loro il volersi bene e l'amarsi anzichè l'ammazzarsi, il prendersi in giro e magari anche a sberle.