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COMPAGNE E COMPAGNI,
PURTROPPO È UNA VITA CHE NON SCRIVO, MA SONO ALLE PRESE CON ESAMI E COMPITINI COME SE PIOVESSE, OLTRE CHE CON ALTRI IMPEGNI DI VARIO GENERE... HO IN CANTIERE L'ARTICOLO SULLA PORNOGRAFIA PER DONNE E DEVO RIVOLUZIONARE LA GRAFICA DEL BLOG, QUINDI A BREVE RITORNERÒ "PIÙ BELLA E PIÙ POSSENTE CHE PRIA".... SALUTI :)
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lunedì 21 giugno 2010

Fini (l'altro) e le donne

Leggo con ribrezzo e profondo disappunto l'articolo di ieri di Massimo Fini, non nuovo a questo tipo di uscite, così misognio e fascista da farmi domandare, premettendo che ognuno è libero di dire ciò che vuole, quale beneficio per una redazione diu un giornale liberale possa essere maggiore del danno di tenersi siffatto elemento in casa.
In pratica, la parità tra i sessi e il femminismo sarebbe stata inventata dai datori di lavoro per inserire la donna nella spirale del lavoro e del consumo, per sottrarla dal ruolo di angelo del focolare, che "gli ha assegnato madre natura". Concetto, quello di ruolo biologico, assolutamente privo di fondamento... in base a cosa, infatti? Avrebbe forse un senso se cercasse questo fondamento nelle abitudini degli animali ma, conoscendo da intellettuale qual è la storia delle leonesse che si occupano della caccia e delle uova di pinguino covate a turno da entrambi i genitori, ha preferito andarlo a cercare nelle società antiche, in cui la donna era obbligata a stare in casa e, se aiutava col lavoro nei campi, doveva farlo tenendo contemporaneamente di vista i figli. Evidentemente per quest'uomo la totale inesistenza della vita sociale e la totale sottomissione totale nei confronti del marito sono valori positivi per quest'uomo, il che sembra indicare che non ha ben capito che tra una donna senziente e una bambola gonfiabile ci sia differenza.
E se proprio quest'oggetto doveva uscire a divertirsi poteva sempre lasciare i pargoli alla domestica, che era presente in ogni famiglia. E pagata un pezzo di pane al giorno, ma questo che c'entra? Dopotutto non è che una cosa che adempie al suo ruolo biologico come le foglie che cadono dall'albero e le pietre quando rotolano... guarda te se devo anche pagare le donne che lavorano....
Penso che l'apice della schif parade, se questo non fosse ancora abbastanza, lo tocchi quando parla del fatto che non ci sia più la guerra di una volta, dove gli uomini dimostravano di essere virili e, testuale, "non quella odierna dei robot, tanto che vi partecipano anche le tipe, robb de matt)". Tutti quei duelli e quelle battaglie per questioni di pura fuffa, tutto quel sangue... uno spettacolo da non perdere, certo. Poco importa se in guerra muoiano delle persone, anche se sono uomini: sono dei deboli, gente che ha perso, chissenefrega.
Tutto, pur di dimostrare che io sono un uomo.
Ok, il signor Fini ha capito che per essere un uomo avere un uccello in mezzo alle gambe non è condizione sufficiente, diamogliene atto, ma non ha capito che basterebbe smetterla di vedere come oggetti tutti i restanti membri del gruppo "umanità" per esser considerato membro della specie e non una minaccia per la stessa.
Mentre criticava il meccanismo "produci, comsuma e crepa" che regola la società capitalistica, che ha il brutto vizio di non considerare cosa sia meglio per le persone ma solo quanto corrisapodano ai suoi standards, non ha fatto altro che comportarsi allo stesso modo, non solo con la sua concezione dell'altro, ma anche calcolando l'utilità di un comportamento solo dal punto di vista economico: la sensienza ed i benefici della socializzazione, oltre che della maggior scolarizzazione ed indipendenza che il lavoro ha portato alle donne, sono state del tutto trascurate. Dov'è la differenza radicale nell'essere considerati puntini che figliano o combattono oppure puntini che producono e consumano? In cosa consisterebbe il miglioramento di prospettiva?
Per concludere, mentre lui consiglia alle donne [testuale] "uno stage in Afghanistan. Troveranno degli uomini che le faranno rigar dritto, come meritano e come, nel fondo del cuore, desiderano", suggerirei alle donne italiane, specie alle sue colleghe, di mandarci lui a calci nel didietro, magari raccontandogli qualcuna delle migliaia di storie di donne picchiate dal partner per i più svariati motivi, spesso e volentieri perchè erano persone e non proprietà o bambole gonfiabili, e che una volta giunto a destinzaione ci pensino le autoctone, anche dall'al di là, visto che in quei paesi c'è la lapidazione per chi non è sottomessa, a fargli gentilmente notare che ci saranno anche femmine fattrici con la sindrome da angelo del focolare, ma che esistono anche delle donne libere, che sono persone con i suoi stessi sentimenti e che loro, quella parità, la vogliono.
E che si vergogni.

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