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COMPAGNE E COMPAGNI,
PURTROPPO È UNA VITA CHE NON SCRIVO, MA SONO ALLE PRESE CON ESAMI E COMPITINI COME SE PIOVESSE, OLTRE CHE CON ALTRI IMPEGNI DI VARIO GENERE... HO IN CANTIERE L'ARTICOLO SULLA PORNOGRAFIA PER DONNE E DEVO RIVOLUZIONARE LA GRAFICA DEL BLOG, QUINDI A BREVE RITORNERÒ "PIÙ BELLA E PIÙ POSSENTE CHE PRIA".... SALUTI :)
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martedì 22 giugno 2010

La devastazione della cultura

Ecco che cos'ha avuto il coraggio di dire il nostro Minstro della Pubblica Distruzione MAriastella GElmini, non più tardi di ieri: "Proporre il berlusconismo, una conquista del Paese che vogliamo difendere non solo all’interno del Pdl ma anche in un ambito culturale in cui vige l’egemonia della sinistra, che pensa che il centrodestra sia privo di identità culturale. Invece il berlusconismo ha cambiato la politica e il Paese, richiamandosi alla rappresentanza popolare, alla chiarezza dei programmi e del linguaggio, al legame con gli elettori. Non è qualcosa da mettere tra parentesi, come vorrebbe la sinistra che propaga la sua retorica del pessimismo. Ma proprio perché è un momento di crisi e di difficoltà non si può diffondere sfiducia ma è necessario puntare sull’ottimismo della volontà".
Come al solito, ha svaccato di brutto.
Nessuno pensa che il PdL sia privo di identità culturale, tutt'altro. Sappiamo tutti che il Partito delle Libertà ha un modello ispiratore, anzi più di uno.
Dal regno di Francia ai tempi del Re Sole ("l'état c'est moi") ha preso il modello di sovrano che comanda tutto personalmente, nonchè l'esistenza di due classi privilegiate, nobiltà e clero, che godono di privilegi fiscali e giuridici.
Dalla Germania di Hitler ha preso le discriminazioni di chi ha diversi tratti somatici e dei disabili.
La figura del leader eccentrico, che nel berlusconismo è del tutto simile a quella messa in pratica anche dalla Libia di Gheddafi, "noto paese democratico", era già presente ai tempi dell'impero romano... chi non ricorda Caligola, che nominò senatore il suo cavallo? "Beh", diremo oggi, "quantomeno non era pregiudicato".
Da tutti questi insieme, inoltre, ha preso il disprezzo per chi critica il potere e per tutte le voci fuori dal coro.
Tutti questi modelli, ora come ora, sono già studiati a scuola. Certo, si notano un bel po'le differenze tra questi principi e quelli che ispirano uno Stato europeo moderno, ma se sono diametralmente opposti la colpa non è certo della scuola.
Che la buona Mariastella si metta l'anima in pace, quindi, e lasci che il berlusconismo, dopo aver spazzato via tutta la cultura rimasta in tv ed averla rimpiazzata con spettacoli spazzatura pieni di isteria, dialoghi vuoti e privi di senso e misognina lasci in piedi almeno le macerie che restano dell'egemonia non della sinistra, ma del buon senso e dell'analisi logica.
Il che, visto e considerato il significato del gesto di lasciare il Minstero dell'Istruzione ad una persona che ha dovuto sostenere l'esame per diventare avvocato da Bresica a Reggio Calabria per passarlo, sicuramente è mission impossible.

Ah, e tornando ai modelli, non dimentichiam che anche il Duce fece insegnare la storia del suo movimento politico, fin dalle elementari

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