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COMPAGNE E COMPAGNI,
PURTROPPO È UNA VITA CHE NON SCRIVO, MA SONO ALLE PRESE CON ESAMI E COMPITINI COME SE PIOVESSE, OLTRE CHE CON ALTRI IMPEGNI DI VARIO GENERE... HO IN CANTIERE L'ARTICOLO SULLA PORNOGRAFIA PER DONNE E DEVO RIVOLUZIONARE LA GRAFICA DEL BLOG, QUINDI A BREVE RITORNERÒ "PIÙ BELLA E PIÙ POSSENTE CHE PRIA".... SALUTI :)
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mercoledì 23 giugno 2010

La devastazione della cultura 2, il ritorno

Alla luce delle tracce dell'esame di maturità uscite oggi durante la prima prova diventa finalmente chiaro cosa intendesse la Gelmini ieri con l'importazione del berlusconismo nella cultura. Mettere tra gli autori di in tema dal titolo "" una frase di Mussolini come questa: "Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della miglior gioventù italiana, a me la colpa! (Applausi). Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! (Vivissimi e prolungati applausi)", accostata a personaggi come Togliatti, Moro e Giovanni Paolo II è a dir poco uno scempio. A parte l'ultimo, che visto che stringeva la mano a Pinochet c'entra già di più, come si fa a proporre come leader ispiratore di un inserimento dei giovani nella politica un dittatore sanguinario a fianco ad un membro dell'assemlea costituente qual era Togliatti, che pur con tutti i suoi limiti ha contribuito a redigere uno strumento che ci tutelasse dai regimi com'è stato il suo e ad una persona morta per mani e motivazioni tuttora poco chiare mentre cercava di conciliare pacificamente i vari interessi del Paese mi sembra uno sfregio indegno di un Paese civile.
Mussolini non è un modello, ma un pericolo per la democrazia.
Non lo dico io, o i comnisti, o il cane del fotografo: lo dice la storia. Lo dice la memoria delle vittime, da Matteotti agli etiopi sterminati con le armi chimiche durante la guerra d'Abissinia, agli italiani fucilati o mandati al confino perchè non erano d'accordo con lui. Solo un fesso potrebbe considerare la concezione dei giovani e relative politiche al di fuori di quel progetto così lontano dalla concezione di uno Stato moderno, democratico e rispettoso dei diritti civili individuali.
E che dire poi sul tema sulle Foibe? Cero, i morti ci sono stati, ma per capire il motivo bisognerebbe ricordare cos'è successo in quelle zone ad opera dei militari italiani. Il generale Mario Roatta della II armata, per esempio, il primo dicembre 1942 ordinò la fucilazione non solo di chi era armato, ma anche di chi imbrattava le sue ordinanze o si fermava vicino ad opere d'arte, considerando, non pago, "corresponsabili degli atti di sabotaggio le persone abitanti nelle case vicine".Quest'episodio, insieme ad altri, è riportato dal Corriere della Sera, giornale notoriamente tutt'altro che di estrema sinistra.
È ovvio che molte di quelle persone erano state inviate là coattamente, purtroppo è la dura legge cantata da De Andrè ne "la guerra di Piero": se non ammazzi tu l'altro, quello ammazza te. Può, e deve, dispiacere per i poveracci mandati al macello pur essendo contrari a questo scempio, prodotto dalla guerra e dai militaristi che tanto la vogliono. Ci sarà un motivo, d'altronde, se la neonata Repubblica Italiana si dotò dell'articolo 11 in cui si sostiene che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Da qui a fare di loro degli eroi, però, ce ne passa, al massimo vittime di un sistema che li ha obbligati a fare schifezze uccisi per mano di chi quelle schifezze ha dovuto subire sulla propria pelle e su quella dei suoi familiari.
Ciò che lascia con un dubbio è il fatto che gli studenti hanno evitato questi temi (rispettivamente scelti dal 4,3% e 0,6% dei maturandi), seguiti da Primo Levi (4,6%), "piacere e piaceri" (in cui figurava tra le fonti il fascistissimo D'Annuzio, 9,2%), preferendo una riflessione sull'esistenza di vita extraterrestre(19%), il ruolo della musica nel mondo contemporaneo (25,3%) e soprattutto la ricerca della felicità, che ha trionfato con il 36,9%.
Ciò sarà dovuto alle scempiaggini sopra citate, ad una scarsa preparazione o alla percezione di queste realtà come avulse dalla loro vita quotidiana? Se avessimo ministro normale e dei partiti normali, sarebbe d'uopo indagare su quali potrebbero essere le cause più probabili e tentare di fare qualcosa affinchè i giovani siano più informati su questi eventi storici importanti e percepiscano la politica non come una massa di ladri che non tocca minimamente la loro vita, ma come qualcosa che ha come oggetto il futuro di tutti, anche il loro, e quindi insindibile dalle necessità dei singoli.
Invece abbiamo la Gelmini, la stessa di ieri, una pedina nelle mani di un Presidente del Consiglio che farebbe bene a cominciare ad ispirarsi un po'più ad Aldo Moro e un po'meno a Mussolini, per noi ma anche per se stesso, per non rischiare di imitarlo fino alla fine.

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