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COMPAGNE E COMPAGNI,
PURTROPPO È UNA VITA CHE NON SCRIVO, MA SONO ALLE PRESE CON ESAMI E COMPITINI COME SE PIOVESSE, OLTRE CHE CON ALTRI IMPEGNI DI VARIO GENERE... HO IN CANTIERE L'ARTICOLO SULLA PORNOGRAFIA PER DONNE E DEVO RIVOLUZIONARE LA GRAFICA DEL BLOG, QUINDI A BREVE RITORNERÒ "PIÙ BELLA E PIÙ POSSENTE CHE PRIA".... SALUTI :)
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venerdì 17 settembre 2010

Riflessioni sull'articolo 49 cost.

Articolo 49
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale

Il partito è un gruppo di cittadini che sono accomunati da un’ideologia generale che interessa tutti gli aspetti della vita del cittadino, dalla quale scaturisce un progetto comune per il nostro Paese, portato avanti tramite manifestazioni, informazione ai cittadini e la partecipazione alla res publica.
Le continue notizie di scandali, compromessi con l’ideologia di fondo del partito, incoerenze e maxi stipendi di alcuni esponenti della classe politica hanno fatto percepire all'elettore medio una distanza tra sè e il mondo politico che sovente sfocia nel qualunquismo. "I politici sono tutti uguali e tutti ladri" è una frase che si sente spesso ripetere. 
I risultati di questo modo di concepire la cosa pubblica sono allarmanti: una volta votava circa il 90% degli aventi diritto, oggi il 62%.
In questo clima di sfiducia generale frasi come quella di Grillo "i partiti sono morti!" trovano terreno fertile, e numerosi movimenti ed associazioni che si proclamano apartitiche e si propongono di superare il loro modello di politica, ritenuto obsoleto, ne cavalcano l'onda. 
Ma davvero queste danno al cittadino maggiori garanzie di rappresentazione?
Se queste associazioni non si candidano alle elezioni non potranno concorrere direttamente al cambiamento concreto dello status quo. La loro diviene un'opposizione sterile, vuota, fine a se stessa.
Se invece si candidano alle elezioni, l'unica differenza tra loro e un partito sta nel nome, che di per sé non è una garanzia di democrazia interna e di scelta di candidati validi, onesti e votati al perseguimento del bene comune. Il problema che ha originato la sfiducia è dato dalle persone, non dai nomi.
Un movimento o associazione composta da da persone che non sono accomunate da un'ideologia generale bensì da una comune visione su un paio di temi, come può dare ad un elettore la garanzia che il suo voto vada ad apportare beneficio ad una persona con un'ideologia comune alla sua anche su argomenti che esulano da quelli trattati dal gruppo, soprattutto con un sistema elettorale senza preferenze?
La soluzione del problema di fondo non sembra essere la delegittimazione dei partiti, che costituiscono l'ossatura della nostra democrazia, bensì una ripartenza da questi, eliminando il marcio che ha causato l'allontanamento dei cittadini e favorendo la partecipazione di questi ultimi all'interno di essi, riportando il partito alla sua forma originaria.

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